CHI SONO?

Mi chiamo Fabrizio ed abito in provincia di Ancona. Se volete sapere altro date un'occhiata al mio profilo o rivolgetevi al SISMI. Fatta eccezione per alcune immagini ed i testi di canzoni, il resto dei contenuti è opera mia, poesie comprese. Ho scoperto che alcune di queste sono state riportate su altri blog e siti web, la qual cosa mi fa molto piacere. Vi prego solamente di indicare la fonte ed il mio nick quando lo fate, grazie :)

CREDITS

MUSIC CORNER

Somewhat Damaged

domenica, luglio 29, 2007





NINE INCH NAILS - SOMEWHAT DAMAGED

So impressed with all you do
tried so hard to be like you
flew too high and burnt the wing
lost my faith in everything


lick around divine debris
taste the wealth of hate in me
shedding skin succumb defeat
this machine is obsolete

made the choice to go away
drink the fountain of decay
tear a hole exquisite red
fuck the rest and stab it dead

broken bruised forgotten sore
too fucked up to care anymore
poisoned to my rotten core
too fucked up to care anymore
broken bruised forgotten sore
too fucked up to care anymore
poisoned to my rotten core
too fucked up to care anymore


in the back off the side far away
is a place where I hide where I stay
tried to say tried to ask I needed to
all alone by myself, where were you?

how could I ever think it's funny how
everything that swore it wouldn't change is different now
just like you would always say we'll make it through
then my head fell apart and where were you?

how could I ever think it's funny how
everything you swore would never change is different now
like you said you and me make it through

didn't quite, fell apart, where the fuck were you?


posted by Rendal at 01:44

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Quassù ci sono solo io

giovedì, luglio 26, 2007

[BGM: The Gathering - Nighttime Birds ]


Tre candele, il mio doppio nel vetro e una tenda gonfia di vento.
Il resto è intangibilità di pensieri, e lunghe planate mentali;
voli alti, sopra alberi e pianure, sopra venature nere
dove le tue mine anti-amore hanno fratturato la terra.
A guardarle, con me, è la mia incapacità di non pensarti,
è il desiderio vigliacco di non dimenticarti,
e di continuare a dipingerti con scettro e corona.

Ho perso il senso e la direzione, in quest’ascesa senza corde
per dominare l’intero paesaggio, ed in quel panorama perdermi.
E’ il mio pugno chiuso sui tuoi frammenti, lo sforzo tagliente
di conservare quello che è rimasto di quello che non c’è mai stato.
L’eterna e codarda illusione che mi racconto per non tornare a terra,
perché da qui la tua figura risplende, di luce e melodia colorata.
Ma laggiù, a terra, col tempo potrei anche riuscire ad odiarti.

E quell’odio nasce, indistintamente, perché odiare è natura,
è un gene nero sotto la pelle, energia pulsante nelle arterie.
E l’odio cresce, autosufficiente, perché si alimenta di tempo,
e di piccole mancanze la cui assenza è soltanto utopia.
E l’odio adulto è pressione in cerca di sfogo, è voglia di condannare.
E quassù, in alto, è facile. Quassù ci sono solo io.

Meritata condanna, per chi vuole quello che non c’è.
Per chi cerca la pace da occhi che guardano attraverso un mirino.
Per chi continua a scrivere poesie senza scopo né forma.
Parole in cascata con le quali continuo a baciare il mio nemico.

Notte sottovuoto, tre candele e il mio doppio nel vetro.
E lei continua a danzare, la mia tenda gonfia di vento...


posted by Rendal at 00:05

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Futuro: 2045 A.D.

domenica, luglio 22, 2007

[BGM: Led Zeppelin - Heartbreaker ]
Il bambino alto, muscoloso e sbruffone, alzerà lo sguardo per osservare le finestre del piano superiore, opache e grigie. Si fermerà davanti al cancello arrugginito e dirà ai suoi amici:
«E’ questa la casa di quel vecchio pazzo. Io l’ho visto, una volta. Oltre quella finestra, se ne stava in piedi a fissare il cielo e parlava da solo. Ha ucciso tutte le sue compagne… le ha fatte a pezzi con un’ascia e le ha sotterrate in giardino. Ovviamente la polizia non ha mai controllato, e lui l’ha fatta franca»
«Io ho sentito un’altra storia» aggiungerà il bambino ciccione «Dicono che se le sia mangiate, una ad una, ma che abbia conservato il loro sangue. Ho sentito dire che ogni notte di luna piena esce di casa per compiere strani rituali con quel sangue…»
«Andiamo a casa, per favore» piagnucolerà a quel punto il bambino magrolino, con le lentiggini e gli occhiali «Io non ci voglio entrare là dentro…»
Il bambino sbruffone si farà avanti e lo afferrerà per la camicia: «Smettila! Seguici e cerca di non fare rumore».
I tre si intrufoleranno da un buco della recinzione ed attraverseranno di corsa il cortile pieno di erbacce. Giunti alla porta si fermeranno ad ascoltare in silenzio, nella notte. Nessun rumore dalla casa. Decideranno quindi di entrare da una finestra rotta al piano terra fino a sgattaiolare in soggiorno. Guarderanno con interesse i mobili antichi e polverosi, ed i quadri corrosi dal tempo, finché lo sguardo del bambino con le lentiggini non cadrà sulla vetrinetta. Vecchie foto in alcuni portaritratti d’argento saranno l’unica parte di arredamento pulita. Vecchie foto di donne, primi piani di ragazze del passato, ordinate con cura sulle mensole del mobile, oltre il vetro delle ante chiuse.
«Guardate, sono loro! Sono le sue vittime! Se ci becca ci uccide tutti, scappiamo! »
Ma a quel grido un rumore di passi al piano superiore si farà strada nelle tenebre. Con la rapidità di un serpente quel suono scivolerà giù dalle scale in un’onda di terrore che paralizzerà le loro gambe.
Tonfi lenti e regolari, di un passo stanco, si faranno sempre più acuti col passare dei secondi. I tre resteranno paralizzati, immobili nel freddo gelido della paura, finché non scorgeranno una figura in cima alle scale, tra le ombre allungate del buio.
«Fuori di qui maledetti ragazzi!! », tuonerà una voce gracchiante di sigarette.
Quel grido improvviso li colpirà come una frusta, e le loro gambe correranno come mai prima d’ora oltre la porta, oltre il cortile, senza fermarsi finché la curva della strada non nasconderà loro la vecchia casa ed il cancello arrugginito.
Ed io li guarderò correre sorridendo, oltre il vetro sporco della finestra. Nel rinnovato silenzio accenderò un’altra candela, e tornerò sulla mia poltrona a guardare la luna. E forse si, parlerò da solo.




Grazie ragazze per farmi immaginare questo futuro così radioso :P

posted by Rendal at 22:02

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Angelina Jolie è la cura

giovedì, luglio 19, 2007

[BGM: Mùm - Green Grass of Tunnel ]



Signori e signore, il centesimo post. Peccato che non possa fregarmene di meno... il disinteresse di cui al post precedente sta colpendo anche il blog, da sempre incentrato sui miei stati sentimentali.
Per molti l'estate ha l'effetto di far impazzire gli ormoni ai massimi livelli, per me quest'anno ha avuto l'effetto opposto: ha mandato i miei ormoni in coma. In compenso mi è venuta la fissa della fotografia, perciò ho comprato una nuova macchina fotografica e la foto qui sopra è una prova fatta qualche sera fa dalla mia terrazza. Come tutte le mie fisse anche questa è sicuramente destinata a svanire tra non molto, ma nel mentre aspettatevi altre foto più o meno orrende nei giorni a venire.
Di questa in particolare mi piacciono il cielo e le luci dei lampioni, per il resto il soggetto è di uno squallore unico...

Ah, per la cronaca nelle ultime tre settimane ho rifiutato tre diversi appuntamenti con ragazze che hanno visto il mio profilo su diversi siti... Questo per dire che la faccenda è veramente seria. Temo che soltanto Angelina Jolie potrebbe avere il potere di scastrarmi in questo periodo :P
Se qualcuno la conosce mi metta in contatto, possibilmente senza far sapere niente a Brad Pitt.
Grazie.

posted by Rendal at 13:38

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Disinteressata staticità grigia

giovedì, luglio 05, 2007

[BGM: As I Lay Dying - Empty Hearts ]


Il primo pezzo si è incastrato, è scivolato nella sua sede in sordina, senza disturbare, e lì è rimasto finché non l’ho messo a fuoco. E’ il primo risultato ufficiale di questi 3 mesi di riflessione: ho perso la fiducia. Detto così suona poco più importante di un “ho perso le chiavi della macchina” o “ho smarrito il portafogli, porca miseria mi toccherà rifare tutti i documenti”. In realtà è un nodo fondamentale, perché questa ‘fiducia’ era il carburante principale del mio motore sentimentale
(e quella appena scritta è una delle metafore più brutte mai concepite dall’uomo. Chiedo venia, ma non ho neanche voglia di cancellare e riscrivere quella frase. Preferisco piuttosto ironizzare con una parentesi lunga un mese, ergo quella metafora resterà lì. Per giunta continuerò a fare riferimento ad essa, ignorando l’orripilanza che la contraddistingue. Fine della parentesi).

Ok, stavo dicendo… ho perso la ‘fiducia’. La stessa ‘fiducia’ che mi ha sempre fatto andare avanti nonostante le brutte esperienze, perché grazie ad essa ero fermamente convinto che fosse possibile costruire qualcosa di veramente duraturo, un sentimento in grado di farsi beffe del tempo che passa e della noia, una fiamma capace di rinnovarsi giorno dopo giorno senza mai calare d’intensità né tantomeno estinguersi. Base primaria di questa fiducia era la riflessione tanto logica quanto banale: “Se io sono fatto così deve pur esserci qualcun altro che viva l’amore come lo vivo io”. Certo, sapevo che non era facile… che avrei dovuto incontrare una persona particolare e che le probabilità che ciò avvenisse erano pari al 6 del superenalotto. Ciononostante c’era sempre una possibilità, per quanto minima, e non volevo arrendermi. Sia chiaro, non è che cercassi con tutte le mie forze di conoscere più ragazze possibile, anzi… Però quando mi capitava di conoscerne una che reputavo interessante non mi lasciavo sfuggire l’occasione e mi buttavo all’interno della storia con tutte le migliori intenzioni. Col risultato che tutti ormai conoscete.
Bene, ora questa fiducia non c’è più, complici non solo le esperienze da me vissute in prima persona ma anche diversi episodi e discorsi avvenuti e fatti con amici e conoscenti (bella ‘sta frase). Le probabilità adesso sono sempre quelle di fare un 6 al superenalotto, ma giocando 5 numeri.

Ora la luna è solamente un sasso gravitante nel cielo, niente di più niente di meno, è svanita anche l’illusione e l’utopia (vedi questo post ). Il motore sentimentale è rimasto a secco, sono finite anche le ultime, disperate gocce di carburante.
Tutto è fermo, in una disinteressata staticità grigia.

Ed è appunto nel disinteresse che sfociano tutte le conseguenze di questo cambiamento. Una ragazza mi chiede un appuntamento? Trovo una scusa, rimando e spero che non richiami. Ed affinché non mi si fraintenda, riformulo la frase: una ragazza MOLTO CARINA mi chiede un appuntamento? Trovo una scusa, rimando e spero che non richiami. Perché istantaneamente dentro di me scatta una sorta di pensiero che potrei trascrivere in: “Sisi, vabbè… per cosa? Per far ripartire di nuovo il conto alla rovescia? Per aprire le scommesse su quanto durerà questa volta prima che il suo fuoco si spenga? No grazie, passo. Già visto.”

Fin qui non ci sarebbe niente di negativo se riuscissi a vivere questo menefreghismo con tranquillità. Ed invece no, mi fa incazzare. Perché l’amore per me è sempre stato LO scopo (il primo malizioso che si azzarda soltanto a pensare ad un doppio senso verrà da me privato degli arti superiori per mezzo di un machete). Aver realizzato l’inutilità di continuare a perseguirlo mi fa imbestialire, ed è una rabbia che si alimenta ogni volta che sono testimone di comportamenti superficiali ed estetico-centrici da parte di qualche ragazza.
‘Carpe Diem’ per me è sempre stato un atteggiamento del cazzo, il contentino fugace di chi si ferma a scavare dopo un metro quando il terreno è profondo dieci. Inoltre bisogna avere innate doti di menefreghismo per praticarlo, perché spesso cogliere l’attimo genera delle conseguenze troppe volte ignorate da chi le ha generate proprio perché l’attimo è già finito e la sua attenzione è già rivolta altrove, verso un altro attimo.
Però le conseguenze durano e si diramano, e spesso non sono positive per chi ha avuto la sfortuna di esserne colpito.
Therefore ‘Carpe Diem’ is off the table (oh, mi è venuta in inglese ed in inglese la scrivo).

Ecco il nucleo della mia frustrazione… niente attimi, ma neanche mesi o anni o una vita da cogliere.
Sono un viticoltore nel Sahara… (e mi rimangio quanto detto sulla metafora del motore, questa è molto peggio).
Basta, è mezzanotte e non ho intenzione di vincere il premio per il post più lungo dell’ultimo lustro.
Vado a godermi la vittoria del mio condizionatore sul caldo umido di luglio.
Se per caso la mia anima gemella stesse leggendo questo post, aspetti qualche mese per contattarmi.
Adesso non è aria.


"Blood - though thicker than water - is harder to clean up
You’ll get it in the end, boy, if the weapon of choice is love"

[Type O Negative - She Burned Me Down]


posted by Rendal at 00:05

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Assenteismo

lunedì, luglio 02, 2007

[FRASE DEL GIORNO: La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente fra noia e dolore, con intervalli fugaci, e per di più illusori, di piacere e gioia - Arthur Schopenhauer ]
[BGM: Cradle of Filth - Nymphetamine (Overdose) ]


Sono vivo, ma in questi giorni non scrivo niente nel blog perché sono giorni particolari di acidità e rabbia (sentimentalmente parlando), quindi evito altrimenti potrei pentirmi di quello che dico e che non penso.

Come infatti è successo.


"A lover hung on her death row
I was hooked on her disease
Highly strung like Cupid's bow
Whose arrows hungered meat
...
Cold was my soul
Untold was the pain
I faced when you left me
A rose in the rain
So I swore to thy razor
That never, enchained
Would your dark nails of faith
Be pushed through my veins again"


[Cradle of Filth - Nymphetamine (Overdose)]

posted by Rendal at 21:50

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